Casale Cento Corvi – VERTICALE GIACCHE’: A COLLOQUIO CON IL TEMPO

logo-scritta            casale centocorvi

CASALE CENTO CORVI 

Verticale GIACCHE’: A COLLOQUIO CON IL TEMPO

Percorrendo l’Aurelia direzione Civitavecchia, al Km. 45,500 impossibile non notare, sul lato destro della carreggiata, lo show room di Casale Cento Corvi, un’azienda vitivinicola nata nel 2001 e fortemente voluta dal Patron Fiorenzo Collacciani, oggi coadiuvato dall’intera famiglia.

collacciani

Fiorenzo Collacciani con i figli Costantino e Giorgia.

Insieme ai due figli, Costantino che segue e cura tutto il lavoro in vigna e Giorgia, enologa, la famiglia Collacciani è un’azienda portabandiera nella valorizzazione del territorio cerite, particolarmente vocato alla viticoltura. I trentacinque ettari che la famiglia possiede e coltiva da ben tre generazioni, godono di un clima e di una posizione eccellente, protetti dal freddo e dal vento dalle colline e dai monti circostanti e con il mare che raccoglie il calore durante l’estate e funge da regolatore delle temperature, donando alle uve una caratteristica sapidità. I terreni vulcanici sono ricchi di scheletro, ed i numerosi ritrovamenti nei tumuli di Cerveteri di alcuni vinaccioli oltre che di vasi, anfore vinari, coppe per la conservazione e la mescita del vino testimoniano che la viticoltura in questa zona è radicata da millenni.

banner
La parola chiave per tutta la famiglia Collacciani è TERROIR e Costantino

va alla scoperta di un prodotto identitario della zona Cerite dedicandosi

al recupero di un vitigno autoctono del territorio, dalle origini ancora oggi

incerte e che anticamente cresceva spontaneamente nelle macchie

mediterranee: il Giacchè o Ciambrusca (appellativo della vite selvatica dell’Alto Lazio).

 

 

Fino agli anni 60’ le viti del giacchè crescevano in miscellanea nella vigna con gli altri vitigni, in quanto venivano utilizzate come correttivo per migliorare la qualità ed aumentarne il colore.

giacchè innestato

giacchè innestato

 

 

Il  grappolo piccolo e spargolo, le rese molto basse, la forte concentrazione di colore, difficile da domare durante la vinificazione ed i sentori un po’ selvatici portarono i viticoltori della zona ad abbandonare questa uva così particolare.

giacchè nuovo impianto

giacchè innestato1

La determinazione di Costantino, nel recupero di questo vitigno lo porta a ricercarlo presso tutti gli anziani viticoltori della zona, escludendo volutamente il ricorso ai vivai e finalmente riesce a portare a casa quattro diverse piante madri, da cui inizia la selezione massale: preleva le marse e procede con i primi innesti in un vigneto proprio adiacente la cantina.
Da qui il “sogno” comincia a materializzarsi . Si fanno quattro diverse vinificazioni ma solo due riescono e da queste due, Costantino decide di ripartire.
Angelo Giovannini è l’enologo che accompagna i Collacciani in questa avventura nonché mentore di Giorgia che laureatasi nel 2005, segue i suoi insegnamenti fino al 2010, anno in cui prende le redini della cantina. L’elegante sala Ruspoli in Piazza Santa Maria a Cerveteri, nel pomeriggio, ha ospitato, la verticale di giacchè, condotta dal mitico giornalista enogastronomico CarloZucchetti, a conclusione della piacevolissima giornata. Dieci annate, dal 2003 al 2012 ed una prova di botte dell’ultima vendemmia per comprenderne meglio l’evoluzione nel tempo e le potenzialità di questo interessantissimo vitigno.

 

giovannini

Angelo Giovannini – enologo ha seguito l’azienda fino al 2010

IMG_20151212_171947

 

 

 

 

 

 

 

 

Fino al 2003 il giacchè macerava ed affinava in botti di castagno, legni dalle fibre troppo larghe che cedevano troppo mallo. Annata molto torrida in cui era stato necessario utilizzare il ghiaccio secco per impedire fenomeni ossidativi e macerazione fatta in presenza di vinaccioli, tolti poi dall’annata successiva, follature a mano. Dal colore rosso granato, al naso presenta sentori di visciola matora, erbe aromatiche ed offcinali, ed una nota ferrosa.
2004 – annata pessima, 54 mm mensili di piovosità e grossi problemi nel riuscire a portare le uve sane in cantina. Colore rosso rubino aranciato sull’unghia con una spinta olfattiva notevole, la visciola è ricorrente, note di boisè ed aromi terziari molto evoluti, buona la spalla acida.
2005 – anche questa dal punto di vista meteorologico è stata una pessima annata, 80 mm di pioggia di media mensili, ed il vino continua ad avere una acidità molto spiccata che gli dona longevità.
2006 – annata eccezionalmente perfetta. Colore rosso rubino con riflessi aranciati sull’unghia, visciola e frutti rossa matura sempre presenti, belle note di cioccolato, chiodi di garofano e sentori di viola, una leggerissima nota astringente. A mio modestissimo avviso è un vino con un buon equilibrio gustativo, si presenta bene da subito e con il tempo sviluppa ulteriori caratteristiche e componenti olfattive.
2007 – annata molto calda e vino estremamente elegante, rispetto al 2006 perde la nota floreale della viola.
2008 – ritornano le note balsamiche e di tabacco
2009 – sparisce l’unghia aranciata e si presenta leggermente chiuso al naso. Anche questa è stata un’annata abbastanza difficile per l’eccesso di umidità.
2010 – altra annata difficile, in quanto le piogge abbondanti verificatesi fino a primavera inoltrata, hanno ritardato il germogliamento e conseguentemente la maturazione dell’uva;  forse un vino leggermente più stanco dell’annata precedente.
2011 – Annata importante per Giorgia che, dopo una lunga gavetta, prende finalmente la direzione della cantina. Ritorna la nota floreale, la viola è elegante ed il vino sembra più giovane dell’annata 2012 e sicuramente è un vino che darà il meglio di se tra qualche anno. Pertanto sarebbe interessante riassaggiarlo un po’ più avanti.
2012 – assaggio in anteprima perché il vino uscirà sul mercato ad aprile 2016. Notevoli le note speziate percepite all’olfattiva.
Sono tutti vini con un alta polimerizzazione, pieni di materia, con un’acidità molto elevata che pemette una bevibilità nel tempo.

IMG_20151212_172859

Verticale Giacchè nella Sala Ruspoli

carlo

Carlo Zucchetti ha condotto la degustazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sperimentazione e ricerca sono le parole chiavi in vigna ed in cantina per Casale Cento Corvi, infatti da questa annata i delestage, che dal 2004 venivano eseguiti una volta al giorno, vengono fatti ogni due giorni e si utilizzano botti più grandi.
Inutile dire che il tempo gli ha dato ragione. Il Giacchè, un prodotto di nicchia, circa 3000 bottiglie l’anno, negli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, la menzione in varie guide e i Cinque Grappoli del Gambero Rosso.

seminario1

giorgia e cost

Costantino e Giorgia Collacciani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naturalmente Casale Cento Corvi non è solo Giacchè!
Trentacinque ettari di vigna di cui 8 da alcuni anni sono stati convertiti al biologico ma l’azienda spera in un prossimo futuro di terminare la conversione di tutta la vigna.
La linea dei vini bianchi dimostra una notevole crescita verificatasi negli ultimi anni che li rende freschi e di buona beva. Vitigni autoctoni come la malvasia puntinata del Lazio, il vermentino, il moscato, il trebbiano e vitigni internazionali ormai alloctoni nel territorio come lo chardonnay ed il sauvignon. Interessante la malvasia puntinata del Lazio IGT che fa solo acciaio, e presenta note floreali, una buona mineralità e naturalmente la vicinanza del mare apporta una buona sapidità.
Ottimo il lavoro fatto con il trebbiano, lo Scordato, che proviene da vigne di circa 20/25 anni, affina in barriqes per un periodo che varia dai 12 ai 18 mesi con batonnages settimanali. Dal nome piuttosto insolito, forse a ricordare un vitigno che è stato sempre un pò bistrattato o sottovalutato oltre che a significare che volutamente o incosciamente Costantino e Giorgia lo avevano accantonato in un angolo della cantina e lì lo avevano “scordato”. Il legno non risulta invadente ed al naso il vino presenta sentori speziati dolci e di frutta esotica, oltre ad una buona freschezza e mineralità. Lo Scordato 2013 è stato inserito nella guida Vini Buoni d’Italia 2016 nella sezione Vini da non perdere come “Grande trebbiano da emozione … Figlio di un percorso difficile, ha saputo esprimere la sana follia che accompagna i nostri produttori. Naso per appassionati, bocca elgantissima con ritorni di pesca e zagara”.

lo scordato

Lo Scordato Gran Cru 2013

lo scordato1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La maggioranza dei vini porta dei nomi etruschi proprio per rappresentare il forte legame con il territorio in cui il popolo etrusco, migliaia di anni fa, fu il primo ad individuarne le potenzialità.

kottabos b

KOTTABOS IGP LAZIO – Chardonnay in purezza. Fermenta in barriques di primo passaggio ed affina in botte per due mesi

Kantharos b

KANTHAROS IGP LAZIO – Sauvignon Blanc E’ un Sauvignon atipico, la cui caratteristica principale è il sentore mentolato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

aurea

AUREA IGP LAZIO- Moscato

Kantharos r

KANTHAROS ROSO IGP LAZIO – Syrah

Kottabos r

KOTTABOS ROSSO IGP LAZIO . Merlot

 

 

 

 

 

 

 

 

 

gicchè

GIACCHE’ PASSITO IGP LAZIO – Giacchè Fermenta in acciaio, fermentazione malolattica ed affinamento in legno.

 

Un plauso a Carlo Zucchetti ed al suo staff ( Alessandra Di Tommaso e Francesca Mordacchini Alfani) per aver organizzato l’intera giornata di degustazione ed alla famiglia Collacciani per l’impeccabile ospitalità.

Di Catia Minghi

IMG_20151212_150030

L’Assessore Lorenzo Croci ha dato il benvenuto ai giornalisti, wine blogger ed operatori dl settore intervenuti prima della visita al museo di cerveteri ricchissimo di reperti della civiltà etrusca trovati e recuperati sul territorio cerite.

IMG_20151212_152258

Il vaso di Eufronio

IMG_20151212_152316

Kilix di Eufronio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Azienda Casale Cento Corvi
via Aurelia km 45,500
Cerveteri – Roma
tel 06 9903902
email : azienda@casalecentocorvi.it
www.casalecentocorvi.it

Related Posts