“Il Moscato di Corchiano”

Il Moscato di Corchiano”

Sala Pinacoteca di Palazzo San Valentino

                                                  

 

Corchiano è un piccolo borgo dell’Agro Falisco, arroccato su uno spuntone di tufo che si affaccia sul Rio Fratta che scorre all’interno della forra sotto il centro storico.

                                                                          

Le Forre di Corchiano, considerate un monumento naturale dalla Regione Lazio, creano un paesaggio selvatico ricco di bellezze naturalistiche e di importanti testimonianze del passato, intervallato da grotte e caverne preistoriche e tagliate che i Falisci scavavano nel tufo per agevolarne la discesa.  Un perfetto connubio tra natura e storia! infatti, in base ai ritrovamenti archeologici, la presenza dell’uomo, in questi luoghi è documentata fin dal VII secolo a. C.

Le molteplici peculiarità che appartengono a questa zona, la rendono un luogo unico, ricco di fascino e di bellezze naturali. L’amenità delle Forre di Corchiano, da alcuni anni fanno da scenario al Presepe Vivente, un autentico spettacolo teatrale a cielo aperto a celebrazione della nascita di Cristo. In occasione del cinquantenario del Presepe Vivente,  sabato 14 dicembre 2019, il Comune con la collaborazione del Dipartimento DAFNE Università degli Studi della Tuscia, della condotta Slow Food, ha presentato al pubblico il progetto di valorizzazione di un prodotto tipico di questo territorio: il Moscato di Corchiano, di cui Raffaele Marini,  già selezionatore e consulente vinicolo ne è il coordinatore tecnico.

                                                                                           

Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco”. … Ciò che rende così affascinante il fuoco è la sua indomabilità, è impossibile imprigionarlo così come è impossibile impedirgli di bruciare.  (cit. Gustav Mahler)

A scongiurare l’erosione dei ricordi, il Moscato di Corchiano rappresenta  il Vino della Memoria, ed il suo recupero, oltre a rappresentare una buona opportunità di sviluppo economico ed il mantenimento di un’ampia variabilità genetica, eviterebbe la perdita di una parte significativa della cultura e della storia di questo territorio.

Ad aprire la tavola rotonda, Paolo Paretti, Sindaco di Corchiano e Pietro Piergentili, Vice Sindaco e Assessore all’Agricoltura che hanno ricordato come tutto il mondo si sta muovendo verso la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio.

Grazie a  Raffaele e colleghi,  che hanno cercato e riesumato,  nelle  cantine storiche del paese  delle bottiglie di vino moscato prodotte alla fine degli anni 80,  è stato possibile inserirle nella degustazione alla fine di una batteria di moscati piemontesi e laziali.

La degustazione è stata guidata, in modo magistrale,  dal giornalista enogastronomico Fabio Turchetti, un uomo senza etichette, dalla capacità innata di saper descrivere in ogni vino, profumi, luoghi della memoria ed emozioni vissute.

                

Sette i vini in degustazione: i primi 5 piemontesi e gli ultimi due laziali.

  1. Moscato D’Asti 2018 Cantina Ugo Lequio – naso interessante, non esplosivo né ruffiano, leggera nota affumicata, in bocca sorridente e accomodante.
  2. Filari Corti 2018 Carussin. La rifermentazione in bottiglia gli dona note di frutta macerata, di foglie e frutta secca, note ossidative e fungine, dolcezza equilibrata, buona persistenza.
  3. Sant’Ilario 2018 CanelliCa D’Gal – Fermentazione spontanea con lieviti indigeni “uvarum”. Ottenuti 2/3 gradi di alcol si interrompe la fermentazione per riprenderla in primavera. A fine aprile imbottigliano e a settembre messo in vendita. Naso molto delicato, fruttato, vegetale, note agrumate e bocca avvolgente.
  4. Moscato D’Asti Docg Canelli 2019L’Armangia – All’olfatto note di frutta e floreali. Piacevolezza di beva e persistente.
  5. Moscato D’Asti Docg Canelli 2017L’Armangia – Naso complesso, note di salvia e menta si affiancano a una bella sapidità aromatica. Bella evoluzione di moscato.
  6. Templum Dolce Moscato di TerracinaCantina Sant’Andrea – Ci troviamo nel Lazio e precisamente a Terracina , nell’Agro Pontino. Sentori vegetali, erbe aromatiche e macchia mediterranea, zagare e bergamotto. Grande sapidità, note amarognole date dai terpeni.
  7. Moscato di Corchiano: prodotto alla fine degli anni 80. Ad onor del vero dobbiamo dire che le bottiglie non erano in uno stato perfetto, sicuramente  la grande sapidità lascia intravedere buone possibilità di miglioramento.

Grazie alle sinergie attivate tra  Comune, Dipartimento Dafne, Condotta Slow Food, Raffele Marini e Tamara Gori, ci auguriamo  che questo vitigno  venga pienamente recuperato e di rimanere aggiornati sui futuri sviluppi.

Catia Minghi

Ogni occasione è buona per ritrovarsi tra Amici! Annamaria Olivieri, Fabio Turchetti, Catia Minghi, Stefano Asaro

 

Sfumature di Moscato. Grazie ad Andrea Salvatore per la bellissima foto. Annamaria Olivieri – Stefano Asaro – Catia Minghi

 

Per citare Matilde, Tre donne appassionate , colleghe sommelier di estrazione diversa … le etichette non ci dividono mentre ci unisce la grande passione e curiosità’ per il mondo enologico . Annamaria Olivieri, Matilde De Pellegrin, Catia Minghi

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