Il Verdicchio o Trebbiano di Lugana vede le sue radici storiche viticole nel 300, quando apparvero le prime notizie su un vitigno bianco di qualità definito Trebbiano, che probabilmente aveva un’analogia con il Verdicchio. Questo è testimoniato anche dal fatto che ad oggi è stata confermata una somiglianza genetica tra tre varietà: Verdicchio bianco, Trebbiano di Soave e Trebbiano di Lugana. La prima testimonianza storica certa, relativa al Verdicchio si verificò verso la metà del 500 grazie ad una comunità di lombardi, principalmente agricoltori, stabilitasi nelle Marche presso la zona dei Castelli di Jesi; con lo scopo di ripopolare la regione perché decimata dalla peste.
Da un punto di vista ampelografico la varietà del Trebbiano di Lugana, si presenta con una foglia di media grandezza, trilobata; un grappolo di dimensioni medio-grandi e compatto ed infine un acino anch’esso medio con una buccia sottile ed una cromatura verde tendente al giallo. E’ una varietà molto versatile e longeva sotto il punto di vista produttivo, in quanto è impiegata sia per spumanti che per passiti, passando per vini secchi fermi. Le principali zone di coltivazione sono quella dei Castelli di Jesi, con un territorio collinare nella Bassa Vallesina in provincia di Ancona, e quella di Matelica che, godendo di un posizionamento parallelo al mare, crea una valle chiusa allo stesso nell’Alta Vallesina, in provincia di Macerata.