Una gita a Terracina in compagnia di John Wine e del Gourmet errante Pasquale Pace.
Terracina: cittadina situata nell’agro pontino, a sud del promontorio del Circeo, sulla costa tirrenica, si sviluppa da una propaggine del Monte Sant’Angelo, dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato.
Le fertili valli e gli altopiani carsici permettono la coltivazione di prodotti di nicchia come la fragola Favette ed il Moscato di Terracina; a queste si è aggiunta l’agricoltura specializzata nei territori acquisiti dopo la bonifica delle paludi dell’agro pontino.
Il connubio mare-terra è sempre presente in tutta l’enogastronomia locale.
Il pescato tipico locale è dato dal pesce azzurro, insieme a scorfani, tracine, fragolini, pesci serra, sogliole, tonni, cefali, calamari, polipi, crostacei e frutti di mare. L’entroterra invece ci dona ortaggi, legumi e frutta. Ampiamente diffuso l’allevamento di bovini, ovini e bufale, che garantiscono al territorio dell’ottima carne e gustosi prodotti caseari, come la mozzarella di bufala.
Nonostante il mare fosse di cattivo umore, tappa obbligata, quando si arriva a Terracina, all’Ostricaro: un locale storico fronte mare, nato negli anni 70 dove si partiva da Roma per mangiare le cozze crude. Ora accanto alla “bancarella” storica dei frutti di mare c’è un ristorantino dove oltre ai crudi, è possibile mangiare tutti i piatti della tradizione marinara. Vincenzo Colancecchi, nipote del fondatore Mario, rappresenta la terza generazione, insieme ai familiari porta avanti la tradizione di famiglia ed il suo locale è considerato un vero cult per il crudo di mare.
Seconda tappa al Ristorante Essenza dallo Chef Simone Nardoni, uno dei pochi ad aver ricevuto la sua prima stella Michelin prima di aver compiuto i 35 anni, oltre che in piena pandemia. Tra le motivazione di questo ambito riconoscimento “l’attenzione alle materie prime, alle eccellenze locali e alla cura nel lavorarle”.
Ad affiancare Simone nella conduzione del ristorante, la moglie Ilary Mandatori, pronta ad ricevere e consigliare gli ospiti. Il locale è molto accogliente e confortevole, luci basse e soffuse ai tavoli, ampie vetrate da cui si può godere della vista suggestiva del Tempio di Giove Axur, un de hors fronte mare in cui e possibile godersi un aperitivo prima di tuffarsi nell’esperienza gastronomica del pranzo.
La cucina di Simone Nardoni è una continua ricerca nel coniugare la tradizione con l’innovazione. Cresciuto con la cucina della nonna e della mamma, fatta di gusti pieni, ben definiti e riconoscibili, lo Chef ama ricreare i sapori, gli odori ed i profumi della sua infanzia in tutti i suoi piatti.“Mare e stagionalità” sono prodotti sempre presenti nelle sue creazioni culinarie. “Fiero di essere un “Cuoco”, perché il cibo mi dà la possibilità di esprimermi e pertanto i miei piatti diventano espressione di quello che sono”.
Ad accompagnare le pietanze preparate dallo Chef, i vini di due produttori laziali : Francesco De Santics, enologo dell’azienda omonima azienda biologica di Frascati che ci ha presentato un progetto sul Cabernet Franc altrimenti detto “Cabernet Frasc” visto che viene prodotto nel territorio di Frascati e Federico Artico, di Campoleone, frazione di Lanuvio, al centro del parco regionale dei Castelli Romani. I suoi vini rispecchiano perfettamente la convivialità e la gioia di raccontare un piatto e condividerlo con un buon calice di vino e tanti amici. Federico è proprio così: un giovane e brillante enologo, vignaiolo per passione e grande comunicatore. Il suo entusiasmo , la sua schiettezza, l’amore per la buona tavola, il suo umorismo e la sua semplicità sono contagiosi ed i suoi vini sono fortemente legati al territorio ed estremamente godibili.
Di Catia Minghi