Direttamente dalla collina delle Ghette, Sara Meneguz, è scesa a Roma per presentare i suoi vini nella Capitale. Elegante, solare e faschino, Sara è una donna forte e determinata, una Vignaiola con la V maiuscola, fiera ed orgogliosa delle sue radici. Negli occhi scuri e profondi riflette l’amore per la sua terra, il Veneto, una regione straordinariamente ricca di città d’arte, di storia, di grande tradizione vinicola (vi si producono alcuni tra i vini italiani più conosciuti nel mondo, Prosecco ed Amarone) e di eccellenze alimentari.
La famiglia Meneguz coltiva e vinifica uve proprie fin dal 1750, nel comune di Tarzo in provincia di Treviso. Il 2 luglio 1921 la contessa Maria Del Baldo cedette all’avo Pietro Meneguz i sei ettari della località Ghette nella frazione di Corbanese, terreni che ancor oggi rappresentano il corpo centrale dell’attuale azienda vitivinicola situata nel cuore della D.O.C.G. Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore.
Oggi, a condurre l’azienda è proprio lei Sara, figlia di Cesare da cui ha ereditato la passione per il vino ed il legame viscerale con il territorio.
A consigliare e supportare Sara, i saggi consigli dello zio Pietro, fratello di Cesare e custode di un patrimonio enorme di tradizioni, cultura e valori, di cui Sara stessa è testimone.
Sara esegue personalmente il lavoro in vigna e ogni fase della produzione e commercializzazione perché “crede fermamente che prima di impartire dei comandi sia indispensabile saperli eseguire e che ogni conoscenza acquisita sia una liberà conquistata”. Un buon vino nasce prima di tutto in vigna e la vigna sa riconoscere quando viene trattata con passione, per questo ripaga il proprio vigneron con generosità, questo è il life motive della Meneguz: preservazione del patrimonio vinivolo esistente, concimazione limitata all’uso sporadico di sostanze organiche, potatura verde e secca manuale con rimozione dei sarmenti, vigneti inerbati, assolutamente vietati diserbanti e disseccanti, in caso di parassiti è praticata la lotta integrata tramite il ricorso a funghi antagonisti e sostanze naturali come la propoli.
Forte, determinata, decisa, indipendente e ribelle come tutti i suoi vini, autentici, caratteristici del del terroir e scevri da tutte quelle tecniche enologiche che tendono ad omologare il gusto.
La serata del 2 ottobre, presso M&G The Restaurant, il Ristorante di Excel Hotel Roma Montemario, ha visto protagonisti i vini dell’azienda Meneguz, presentati da Sara stessa, in abbinamento a formaggi della Latteria Perenzin ed alcuni piatti tipici veneti preparati dallo Chef trevigiano, Cristian Didonè.
Emanuela Perenzin, testimone di una realtà casearia d’eccellenza fondata nei primi del 900, ha presentato alcuni dei formaggi prodotti dalla latteria Perenzin. Insieme al marito, Carlo Piccoli segue direttamente le lavorazioni artigianali della Latteria grazie a un’esperienza trentennale maturata su tutta la filiera. La passione per il proprio lavoro, la dedizione per la trasformazione del latte e la volontà di trasmettere un mestiere artigianale che sta scomparendo, ha portato Carlo a fondare, insieme all’Associazione Famiglie Rurali, l’Accademia Internazionale dell’Arte Casearia, un’associazione senza scopo di lucro volta a promuovere la valorizzazione dell’Arte Casearia attraverso corsi pratico-teorici aperti a tutti, oltre a fargli otteneri premi e riconoscimenti internazionali.
Una sinergia tutta veneta per promuovere un territorio, quello del Veneto; alla scoperta di vitigni autoctoni espressioni del terroir quali il Glera (il vitigno con cui si produce il prosecco, simbolo d’italianità nel mondo) il Verdiso e la Marzemina bianca, difficilissimi da trovare perché nessuno più li coltiva. A sorpresa un vitigno internazionale, ottenuto da un vigneto risalente al 1967, tuttora in piena vigoria e frutto di una selezione massale di un antico vitigno di Pinot Nero e della sua particolare interazione con l’ambiente pedoclimatico delle Ghette.
La freschezza del Prosecco Superiore DOCG Spumante Extra Dry SARA ha accompagnato oltre ad alcuni piatti tipici, tre formaggi della Latteria Perenzin e precisamente: il Dolce 3Viso un formaggio a tre latti (capra, bufala e vacca) , l’Ubriacato di Bufala al glera ed il San Pietro in Cera d’Api, un formaggio stagionato più di un anno, la cui crosta è trattata in superficie con cera d’api naturale conferendogli un piacevolissimo aroma di miele e vaniglia.
Abbinamento perfetto quello tra il formaggio a pasta semidura di Capra ubriacato per circa dieci giorni nel mosto del Traminer e il Prosecco Frizzante senza solfiti aggiunti “NUDO”. Dal colore giallo dorato carico, al naso è ricco di sentori di frutta bianca. “Ho voluto questo Prosecco senz’altra veste se non la sua audace naturalezza, mettendone a nudo tutto il suo carattere”; questa la definizione di Sara nel presentarlo.
Un chiodo di pelle riveste la bottiglia di “SONO RIBELLE” Verdiso e Marzemina Bianca per “Sono Ribelle” in abbinamento al Formajo Ciok, un formaggio a latte vaccino ubricato nel mosto di vino rosso. La marzemina, una varietà d’uva di antichissima coltivazione, di cui non si sa molto, è stata anche chiamata Sciampagna perchè dà origine ad un vino aromatico e frizzante.
A riservarci un’altra piacevole sorpresa “ALMANEGRA”, un pinot nero molto atipico, ricco di antociani e rasveratrolo, dal colore intenso e violaceo e per finire in abbinamento al dolce, non poteva mancare JUST, un prosecco dolce in cui al 90% di Glera viene aggiunto un 10% di uve aromatiche.
Un saluto veloce agli ospiti intervenuti dal sommelier di stato Alessandro Scorsone, che nonostante i numerosi impegni, è riuscito ad essere presente in questa serata di presentazione di un territorio a cui è molto legato. Organizzatrice e moderatrice della serata, l’amica Antonella Pica, che impeccabile, come sempre, è riuscita a farci sentire a casa.
Di Catia Minghi