Grottaferrata, uno dei borghi più caratteristici ed eleganti dei Castelli Romani, ha fatto da scenario alla serata di presentazione dei vini delle aziende vitivinicole Emanuele Ranchella e Villa Cavalletti, organizzata da Saula Giusto per Roma Wine Experience.
Ad ospitare la serata, Nunzio Panetta, cuoco e titolare del ristorante La Casina del buongusto, a due passi dall’antica Abbazia Greca. Nunzio, che non ama farsi chiamare chef, ex giocatore dell’Avellino a cavallo alla fine degli anni ’70, con un passato da allenatore all’Hellas e alla Vivace Grottaferrata, da sempre appassionato anche di cucina e della buona tavola, ha ideato e realizzato un menu in abbinamento ai vini delle due aziende. Le proposte culinarie di Nunzio sono fortemente legate al territorio, alla stagionalità ed alle tradizioni locali ma con un occhio attento anche alla sperimentazione e rivisitazione dei piatti tipici della cucina romana.
Emanuele Ranchella
La famiglia Ranchella è arrivata a Grottaferrata nel 1857; quali coloni pontifici chiamati, dall’allora Sindaco Passamonti, per aumentare la popolazione del giovane Comune Castellano appena costituito. Finita la piantumazione dei vigneti, i Ranchella raggiunsero ben presto una produzione considerevole ed apprezzata, divenendo successivamente fornitori di numerosi ristoranti romani sino ad essere scelti come fornitori privilegiati dalla Guardia Svizzera Pontificia. Oggi alla guida dell’azienda, c’è l’erede della famiglia, Emanuele Ranchella, agronomo e vignaiolo, che spinto dalla passione per il proprio lavoro e per la propria terra, si occupa dei quindici ettari dedicati esclusivamente ai vitigni autoctoni.
L’azienda è composta da due appezzamenti: uno posto sulla via Anagnina in località Villa Senni (nella zona delle Catacombe ad Decimum, zona di interesse archeologico, che comprende anche antiche grotte che risalgono al I sec. a.C.); l’altro nel cuore di Valle Marciana, con il panorama che si apre sulla vallata, con vista dei vigneti a 360 gradi, sotto le pendici dell’abbazia di San Nilo e del Castello Savelli.
La zona di Valle Marciana era in origine uno dei tanti crateri del Vulcano Laziale, divenuta poi lago e in seguito, prosciugandosi, terra fertile e ricca di minerali utili per lo sviluppo della viticoltura.
Le grotte antiche, presenti in cantina, sono scavate nella stratificazione dell’antico vulcano, a circa 12 metri di profondità, per mantenere i vini ad una temperatura gradevole e costante.
Nel tenimento di A.D. Decimun, troviamo ulteriori grotte antiche romane, risalenti al primo secolo A.C, che fanno parte dell’antica Villa di Opimiano, in cui sono presenti vasi vinari e botti in castagno una volta molto in uso nella zona, in cui si stanno realizzando lavori per renderle, a breve, visitabili e per realizzare degustazioni ed eventi.
Racconta Emanuele: “Crediamo nei potenziali dei vitigni coltivati con dedizione e caparbietà dai nostri padri, mantenendo integra una tradizione che ci rende, al momento, pionieri con due vini bianchi: Ad Decimum e Virdis.” La nostra passione e vocazione, che si tramanda da oltre sette generazioni, ha un credo: “dalla terra la vita, dalla vite ogni bene”.
AD DECIMUM
Doc Roma Classico Bianco. Vitigni: Malvasia puntinata, Trebbiano Verde, Trebbiano Giallo. Questo vino nasce nel tenimento di Ad Decimum che prende il nome da decimo miglio dell’antica via Latina, che da porta Capena arriva all’antica Tuscolo in coincidenza con le omonime catacombe del I sec,. D.C. Luogo ameno dove esistono antichi resti della villa di Opinano.
VIRDIS
Vino Bianco IGT Lazio, molto interessante, nasce da Trebbiano Verde in purezza, un vitigno dalle origini antiche coltivato già dai romani che chiamavano “virdis” grazie alla colorazione verde del grappolo. Questa varietà, sinonimo del verdicchio marchigiano, è stata recuperata da un vigneto di oltre novant’anni, reimpiantata più di 10 anni fa. Il vigneto nasce all’interno di un cratere vulcanico, all’ombra dell’Abbazia di S. Nilo e del Castello Savelli.
Azienda Agricola Biologica Tierre S.r.l.
L’azienda della società Tierre ha una superficie coltivata totale di 113 ettari di cui 58 in Emilia Romagna e 55 nel Lazio, dove si trova il complesso “Villa Cavalletti“
Nel Lazio 17 ettari a Pomezia e 28 nei Castelli Romani distribuiti in tre comuni, Grottaferrata, Frascati e Monteporzio Catone. Tutta la superficie aziendale dal 2018 è BIOLOGICA CERTIFICATA
Il vigneto di Villa Cavalletti ha un’estensione di 6 ettari. Dal 2014 la Società Agricola Tierre ha iniziato un lavoro di recupero del vigneto storico dei Gesuiti e un reimpianto di varietà e cloni attentamente selezionati per il particolarissimo terroir di Villa Cavalletti. Il sito è di interesse preistorico, infatti, quando nel 1902 il Marchese Cavalletti realizza il vigneto, viene trovato un sito neolitico di straordinaria importanza la cui la collezione oggi è esposta al Museo Pigorini di Roma.
La gestione del suolo avviene nel rispetto del metodo Biologico ed è operata esclusivamente con mezzi meccanici. Importante è nel contesto aziendale è la rippatura che consente una corretta gestione dell’acqua evitando stress vegetativi alla pianta. La nutrizione avviene mediante sovescio di leguminose seminato in autunno e trinciato a primavera. Il metodo allevamento è a guyot e cordone speronato. I vitigni autoctoni coltivati sono:
Cesanese utilizzato in purezza, per la produzione di Meraco IGT Rosso Selezione Villa Cavalletti. Il 2017 ha ottenuto il premio nel Premio Nazionale Vini dei Parchi 2019 primo posto categoria rosso giovane, inoltre è presente nella Guida Oro Veronelli 2020.
Montepulciano: utilizzato per l’80% nella produzione della Doc Roma Rosso Riserva Villa Cavalletti. L’annata 2015 ha conseguito la medaglia d’oro al Berliner Wein Trophy 2019 e medaglia d’argento al Mundus Vini international 2019. Il prodotto nasce da una collaborazione con Danilo Notarnicola di Cantine San Marco.
Malvasia Puntinata e Trebbiano: insieme danno vita allo Spumante Brut Villa Cavalletti, ultimo nato in azienda, un metodo charmat lungo (sei mesi a contatto con i lieviti).
L’azienda possiede anche vari uliveti, nel complesso 5000 piante di olivo (pendolino, leccino, moraiolo, rosciola e carboncella), alberi secolari la cui bellezza incanta ed emoziona, soprattutto per la la loro ammirevole forza e ostinazione a resistere e a rinascere dopo gelate, tempeste, intemperie, sempre pronti a rifiorire.
Le olive provengono da tre tenute proviene da tre tenute di eccezione di cui Villa Cavalletti è la principale con duemila piante: l’antico oliveto della meravigliosa secentesca Villa Cavalletti a 400 m s.l.m., il parco secolare di Colle Smeraldo a Frascati, noto sin dall’epoca romana e successivamente ampliato dai gesuiti, a 300 m s.l.m., la suggestiva campagna romana classica presso Villa Mondragone, nei pressi del sito archeologico di Barco Borghese a Monteporzio Catone, a 300 m s.l.m.
Villa Cavalletti è una delle poche Ville Tuscolane in buono stato, immersa in un parco secolare, circondata da vigneti ed uliveti e con una veduta fantastica sui Castelli Romani. All’interno della tenuta si trova l’ex Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, dove Ratzinger fondò l’Accademia per la teologia del popolo di Dio e dove fece la sua carriera ecclesiastica, fino alla nomina a Papa. Ora l’edificio completamente ristrutturato in bio edilizia è utilizzato per la recettività. La struttura è molto bella e confortevole e curata nei particolari. Le abatjour delle camere, sono realizzate con le potature dei castagni locali e completati da mosaici con gli alberi e foglie del Parco Monumentale di Villa Cavalletti.
di Catia Minghi