Appena conclusa la quinta edizione di CILIEGIOLO D’ITALIA!
Considerato da molti un vitigno di serie B, il ciliegiolo è un vitigno poliedrico dalle origine non certe. Secondo alcune leggende fu importato dalla Spagna attraverso i pellegrini di ritorno dal Santuario di Compostela; recenti indagini genetiche invece lo indicano come uno dei progenitori del sangiovese. Presente nel territorio umbro dal 1800, dove finalmente sta ottenendo il giusto riconoscimento, è presente anche in Toscana, Liguria, Marche, Lazio ed Abruzzo.
Grazie all’Associazione dei Produttori di Ciliegiolo di Narni, capitanata da Leonardo Bussoletti (Presidente) e Maurizio Mazzocchi (Vice-Presidente) ed all’azione e all’impegno dei viticoltori di Narni che lo hanno reinterpretato, vinificandolo con orgoglio e convinzione in purezza, il ciliegiolo, da alcuni anni è protagonista di una riscoperta e valorizzazione legata indissolubilmente al suo territorio d’elezione.
A dimostrazione di questo legame, lodevole l’iniziativa Ciliegiolo for art della Cantina Leonardo Bussoletti. Il progetto, già avviato prevede il restauro delle 33 grandi lunette del chiostro del Complesso Monumentale di Sant’Agostino raffiguranti “Storie della vita di santi e beati agostiniani”, eseguite nel corso del sec. XVIII affrescate probabilmente ad opera dell’artista che ha realizzato molte pitture all’interno della chiesa, individuato dagli studiosi nel narnese Federico Benincasa. Le lunette rappresentano gli episodi più importanti della vita di san Nicola da Tolentino e di sant’Agostino, oltre ad una serie di raffigurazioni di altri santi e beati cari all’ordine agostiniano. Ogni anno, grazie al contributo delle vendite dello 05035 Iuvenali Sisti di Leonardo Bussoletti, sarà possibile ripristinare il restauro di una lunetta fino al completamento dell’intero ciclo decorativo. Chi acquista la bottiglia diventa dunque parte del progetto e potrà seguire l’avanzamento dei lavori tramite un QR Code posto nella retro etichetta.
In questa quinta edizione tante le novità: oltre ai normali banchi di assaggi la domenica 19/05, nei due giorni successivi, wine tasting di 47 ciliegiolo di Narni e dei territori toscani e liguri, fermi e spumantizzati a partire dal 2014 e a seguire visita alle cantine di tutti i produttori umbri. Tra i vini assaggiati nella degustazione alla cieca è stato interessante notare una costante perseveranza nel produrre vini di qualità ed un’attenzione particolare alla piacevolezza, alla beva, caratteristica a volte dimenticata. Tra i più interessanti, a mio modesto parere:
Spiffero della Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919 (quest’anno ricorre il centenario) frutto croccante, profumi intensi, note speziate, di piacevole beva;
Ciliegiolo di Narni IGT di Tenuta Sandonna, buon corpo e bella beva; una cantina a gestione familiare che si trova a Giove guidata dal giovane Alessandro Paciacconi;
Brecciaro 2017 e Ramici 2016 di Leonardo Bussoletti; entrambi una piacevole riconferma di morbidezza e tannicità setosa e di grande eleganza;
Ciliegiolo Poggio Pinzo 2017 (affinato in anfora), fresco, vivace dalle note aromatiche e leggermente terrose dal sorso piacevole e San Lorenzo 2015, rotondo, tangibile, dai tannini morbidi ed eleganti di Sassotondo, la cantina scavata nel tufo;
Ciliegiolo IGT Toscana di Antonio Camillo dal frutto croccante, succoso, lievemente tannico e di grandissima sorbibilità, anche da solo finisci la bottiglia.
Ciliegiolo Vigna Vallerana Alta sempre di Antonio Camillo: qui parlano le botti grandi e i tonneaux rigenerati. Oltre al frutto entrano in gioco un’armonia di spezie. Vino con una buona acidità ed una mineralità intrigante.
Tra i rosè degni di nota il 2018 di Leonardo Bussoletti e il rosato di Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919, uno spumante metodo classico da uve Ciliegiolo nato da una sperimentazione che il proprietario, Maurizio Mazzocchi sta portando avanti in collaborazione con il Prof. Mencarelli dell’Università della Tuscia e la cantina Giovannini.
Tra le cantine emergenti una segnalazione è doverosa per Tenuta Fabbrucciano. Nella visita in cantina guidata dall’agronomo Marco Cecchetti, abbiamo potuto vedere le attrezzature personalizzate, realizzate dalle industrie meccaniche del proprietario, l’imprenditore Giovanni Posati.
Catia Minghi
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